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Parole appese al Rifugio Altissimo

2 agosto 2015

Proseguono anche per l’estate 2015, gli appuntamenti con Parole appese: gli eventi legati al Premio ITAS del Libro di Montagna, che ogni anno coinvolgono decine di appassionati che si lasciano trasportare dai testi e dai racconti dei volumi che hanno concorso al Premio.
Nelle parole di Lorenzo Carpanè, giurato del Premio ITAS, la descrizione della meravigliosa giornata trascorsa al Rifugio Altissimo (TN) nella quale Sofia Gallo, vincitrice della sezione “narrativa per ragazzi” ha presentato il suo “I lupi arrivano col freddo”:

Chissà se Goethe salì mai fin su sull’Altissimo durante il suo Italienische Reise di fine Settecento! Ne dubitiamo, come anche, e a maggior ragione, non crediamo lo abbia mai fatto Franz Kafka, che soggiornò al sanatorium di Riva, al principio del ‘900.
Tutti e due, ma in particolare il primo hanno lasciato delle immagini letterarie magnifiche del Garda, dei suoi limoni (Goethe: “Kennst du das Land wo die Zitronen blühn?”, conosci la terra dove fioriscono i limoni?). Ecco, per rendere davvero con parole la stupefatta meraviglia del lago di Garda visto da lassù, ci vorrebbe la capacità poetica di questi autentici geni della letteratura.
Tanto più se la domenica scelta per salire fin su al Rifugio Damiano Chiesa è successiva ad un sabato di pioggia: tormentando Leopardi, potremmo parlare di una “quiete dopo la tempesta”.
E non solo quiete.
Immaginate la scena, cari lettori: cielo pulito pulito che più non si può, lago visibile da Sirmione a Riva, la costa bresciana in bella vista, con il suo contorno di monti e paesi; scarabocchi disegnati sulla superficie dell’acqua da stormi di vele.
E verso gli altri lati: Carega, Pasubio, Cornetto, Vigolana e là in fondo, toh, perfino il profilo del Sassolungo (o è la Marmolada?, mah!); più in qua lo Stivo, e, tra le nuvole, il Brenta.
S’addensano un po’ quelle nubi sul far del mezzodì, a creare come un anfiteatro naturale attorno al rifugio.
Così, tra quella immensità, s’annegava – e con piacere – il nostro sguardo, prima di concederci un altro lusso.
Perché, a differenza dei suoi due illustri colleghi, a salire fin su ce l’ha fatto è Sofia Gallo, scrittrice piemontese, autrice di I lupi arrivano col freddo, che qualche mese fa ha vinto la sezione Ragazzi il Premio ITAS del Libro di Montagna.
È salita in nostra compagnia su per le dolci rampe che dal rifugio Graziani conducono alla vetta e al caldo (soprattutto per l’accoglienza del vulcanico Danny ). E con noi anche Enrico e Luisa, che del premio sono l’anima.
E lì, quando le nuvole hanno costruito il loro cerchio, ci siamo messi in cerchio anche noi, attorno a Sofia, che ci ha raccontato del suo libro, dei ragazzi che lo animano, delle storie che essi vivono e del suo mestiere di scrivere.
E le sue parole (quelle dette a voce) si sono mescolate alle sue altre parole (quelle scritte nel libro), lette con filologica dolcezza da Francesca ed accompagnate dalla armonica tessitura del violoncello di Nicola.
E quindi: parole dette, parole lette, pensieri, immagini, suoni, armonia, riflessione, condivisione.
Soprattutto condivisione: perché mettersi a disposizione di chi ascolta è la cifra di chiunque voglia essere davvero “intellettuale”, colui che sa guardare dentro le cose, ma non solo per sé, anche per gli altri. In fondo, si scrive perché qualcuno legga e ascolti.
E se questo accade lassù, tra le nuvole, nello straziante (di bellezza) spettacolo dell’Altissimo (nomen omen), è ancora più bello.
La prossima volta, ci dovete essere! Tutti.


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