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Vincitore Assoluto e della sezione “Vita e storie di montagna”
Mia sconosciuta
Marco Albino Ferrari
Ponte alle Grazie




Motivazione

La Giuria che ho l’onore di presiedere assegna all’unanimità il Premio ITAS del Libro di Montagna 2021 a Mia sconosciuta di Marco Albino Ferrari.
Il libro, già inserito in cinquina come il migliore fra i testi della categoria “Vite e storie”, ha l’indubbio merito di far segnare un passo avanti alla narrativa di montagna, aprendo uno spaccato familiare sul rapporto tanto simbiotico quanto fertile che lega in maniera indissolubile una madre a un figlio, ed entrambi alla insopprimibile fascinazione per le Terre alte, l’escursionismo e l’alpinismo.
Una notte di quarant’anni fa trascorsa insieme in un bivacco d’alta quota qui non rappresenta semplicemente una bella esperienza condivisa, ma qualcosa che somiglia molto a un antidoto contro la grettezza, la morale conformista e il determinismo sociale che regnava, e purtroppo in parte regna ancora, a fondovalle.
Marco Albino Ferrari, notissima firma del giornalismo di montagna e storico frequentatore del nostro Premio, racconta una storia all’insegna di una struggente tenerezza, che dà conto dell’apprendistato di un cucciolo d’uomo destinato a farsi adulto grazie alla lezione di libertà della madre, e a dispetto delle prospettive ben più chiuse di altri adulti; lo fa con una prosa precisa, asciutta ma capace di grandi immagini evocative, dove il valore civile di una donna coraggiosa risplende all’insegna della bellezza, e la montagna è vista come spazio di crescita personale, luogo dove ci si può cimentare con i propri limiti e si possono incontrare “gli amici che ancora non sapevamo di avere”.
In questo senso Mia sconosciuta è un titolo che non può mancare nella biblioteca di ogni appassionato di montagna, e al quale la Giuria augura la migliore fortuna.


Vincitore della sezione “Guide e mappe”
Ussita Monti Sibillini
Ediciclo editore





Motivazione

Ussita è un paese di poche centinaia di abitanti in provincia di Macerata, nelle Marche, tra i Monti Sibillini, e si trova esattamente nel cuore delle zone sconvolte dai terremoti del 2016-2017, dove i segni della distruzione sono ancora visibili. E sono proprio questi segni il fulcro attorno ai quali ha preso corpo un lavoro di comunità durato oltre due anni e sostenuto dalla consapevolezza che se i terremoti non si possono nascondere, si devono però accogliere «come uno degli elementi identitari che rendono il territorio unico». Ecco come è nata questa guida “non turistica” (definizione che dà il nome all’intera collana ideata dall’editore Ediciclo). Perché questa non è una guida al trekking nelle cosiddette “terre mutate”. Questa è una vera e propria guida dedicata «ai viaggiatori che al tour preconfezionato preferiscono l’incontro autentico con lo spirito del luogo». È infatti sufficiente scorrere le pagine del volume per sentirsi ammaliare dal genius loci.
In definitiva Ussita presenta uno dei tanti territori marginali che abitano l’Italia: luoghi dimenticati, lontani dagli itinerari del turismo conclamato, ai quali è data una possibilità di rinascita a partire da un percorso innanzitutto narrativo: chi ci vive si racconta con una scrittura a più mani e compone un collage di narrazioni letterarie, itinerari, storie, disegni, cartoline dal passato, ricette di cucina, ma anche visioni di possibili scenari futuri. Ussita è dunque molto più che una guida: è un esperimento di condivisione e di conoscenza. E il suo prodotto materiale, il libro di carta, brilla per cura editoriale e grafica.


Vincitore della sezione “Libri per ragazzi”
Memorie della foresta 
Damir Karakas
BEE editore




Motivazione 

Per i trentatré capitoli di Memorie della foresta di Damir Karakaš la giuria del Premio Itas ha deciso di compiere un gesto impegnativo, indicando questo libro come necessario per un pubblico di giovanissimi (anche se non certo l’unico) ai quali far conoscere un mondo forse dimenticato, ma così vicino da essere appartenuto alla vita dei nonni e forse dei genitori. Si tratta di un mondo che per secoli è rimasto immutabile nei luoghi dove la vita contendeva alla natura il sostentamento e nella natura trovava l’origine delle paure come anche lo specchio delle passioni e il riflesso della bellezza. Leggere queste pagine porta in un altrove di odori, fatiche, terrori e adrenalina che oggi appare lontanissimo e dal quale invece ci divide solo una sottile parete di tempo.


Vincitore della sezione “Alpinismo e sport di montagna”
Winter 8000
Bernadette McDonald
Mulatero editore




Motivazione

L’alpinismo himalayano in inverno è un gioco affascinante e drammatico che da sempre scrive storie epiche.
In Winter 8000 Bernadette McDonald ci narra le storie di quel gruppo di alpinisti che ha scelto di confrontarsi con le montagne più alte della terra nella stagione più ostile e difficile per l’uomo. Il libro è una vera e propria epopea che inizia dalla prima salita invernale dell'Everest, per poi ripercorrere le imprese, vittoriose o tragiche, su tutti gli altri 13 colossi.
Protagonisti di questa incredibile storia sono i “guerrieri del ghiaccio”, quegli alpinisti che non possono fare a meno di quel mondo fatto di sfide al limite. Con spirito inglese, McDonald ci racconta le loro vicende alpinistiche ed umane partendo proprio dai grandi polacchi, “inventori” delle invernali sugli Ottomila.
Winter 8000 è un libro importante che merita di essere letto per inquadrare e comprendere la nuova frontiera dell’himalaysmo.


Vincitore della sezione “Ricerca e ambiente”
Autobiografia della neve 
Daniele Zovi
UTET




Motivazione 

Dopo oltre quarant'anni di lavoro nel corpo forestale, Daniele Zovi è oggi tra i più preziosi divulgatori italiani in tema di boschi, animali selvatici e salvaguardia dell'ambiente di montagna. Alla lunga esperienza unisce un talento narrativo che si rivela soprattutto in questa "Autobiografia della neve", il più personale dei libri scritti finora: le nevi di una vita nella pagina di un vero scrittore, dove a volte risuona l'eco di un'altra voce, quella dell'amico e maestro Mario Rigoni Stern. Ci dev'essere un legame speciale tra gli abitanti dell'Altipiano e la neve. Siamo sicuri che a Mario questo libro sarebbe piaciuto, per la capacità di coniugare il rigore scientifico e il piacere del racconto, la memoria delle cose vissute e un'altra qualità che gli era cara, la curiosità di capire il mondo. O di "leggere le storie scritte nella neve", questo che è il più misterioso e affascinante degli elementi della montagna. Daniele Zovi ne parla la lingua e qui traduce le storie della neve per noi.


Vincitore della segnalazione per editori e autori trentini
Saggi di antropologia ladina, 3 vv.
Cesare Poppi 
Istitut Cultural Ladin




Motivazione

Editi da l'Istitut Cultural Ladin/Istituto Culturale Ladino, i tre volumi (e le quasi 1500 pagine), che compongono una monumentale opera, raccolgono studi e ricerche che l'antropologo Cesare Poppi ha dedicato, in oltre quaranta anni, alla cultura popolare della comunità ladina di Fassa; con anche riflessioni, riferimenti e richiami rivolti ad una più vasta area alpina. L'opera, frutto di uno scavo ampio e profondo, condensa e approfondisce le diverse tematiche ed ambiti che caratterizzano la cultura della minoranza ladina di Fassa: dalla storia alla narrativa orale; il carnevale, le ritualità e i miti; le tradizioni e la cultura materiale; la lingua e gli aspetti storico-sociologici e identitari.
La Trilogia si impone come fondamentale documento nel consolidamento della “costituzione” della identità ladina, che trae linfa dalla consapevolezza della propria cultura e l'energia per la sua trasmissione.
I tre volumi “sono come pietre angolari della casa ladina”.  L'opera si rivela altresì fondamentale per studiosi e cultori della materia; per docenti e studenti della scuola ladina in particolare, proponendosi come strumento di didattica e di sapere.


Opera segnalata
Dalla baita al ciliegio. La montagna nella narrativa di Mario Rigoni Stern 
Sara Luchetta
Mimesis Editore




Motivazione

Il centenario della nascita di Mario Rigoni Stern meritava uno studio che riguardasse l’intera sua produzione letteraria; lo meritava ancora di più quello spazio (interiore, prima che fisico) che è parte essenziale delle sue opere, la montagna appunto. Per entrare nel corpo vivo della materia occorreva saper osservare questo spazio con un bagaglio trasversale di competenze: non solo letterarie quindi ma anche antropologiche e geografiche. L’ampiezza dello sguardo, l’efficacia dell’analisi critica fanno di questo libro un sicuro punto di riferimento per chi in futuro si occuperà della narrativa di Rigoni Stern. Ma non solo: anche perché, come scrive la stessa autrice, “tutta l’opera fa emergere alcune questioni e categorie che ci guidano verso una riflessione più ampia sulla geografie delle terre alte, della montagna antropizzata” (p. 23). 
La giuria dunque segnala questo volume, in memoria anche di chi ne fu per un ventennio presidente.


Opera segnalata
Il grande Viaggio
David Bellatalla e Stefano Rosati
Montura Editing




Motivazione

Metti assieme un antropologo colto, sapiente e curioso e un fotografo di storie e di uomini, aggiungi un viaggio lungo tremila anni e migliaia di chilometri e ti trovi in mano un libro affascinante, coinvolgente, unico che trascina il lettore dentro la storia del mondo e lo proietta in fase successiva nella contemporaneità. 
È un libro costruito in due momenti diversi: Bellatalla, antropologo, all’inizio degli anni novanta, percorre la via della seta e ne traccia mirabilmente l’essenza profonda, il continuo scambio culturale avvenuto nei millenni. Speculazioni filosofiche, scoperte tecnologiche, concetti religiosi, tradizioni, culture ed arte, rimodellate nel tempo dalle piccole e grandi civiltà attraversate. Il risultato è un mosaico strepitoso, una bellezza unica, una ricchezza culturale senza confronti.  
Rosati, il fotografo, ripercorre lo stesso cammino a distanza di trent’anni, per leggere le trasformazioni fisiche e culturali che la globalizzazione ha innescato. Le lenti della sua macchina e la sua profonda sensibilità registrano i cambiamenti superficiali ma soprattutto ciò che resiste e ciò che si sta perdendo nei sistemi di valori sui quali si fondano le comunità.  Un libro che muove nel lettore la voglia di viaggiare con sguardo aperto e dito sulle bellissime carte topografiche originali realizzate da P. Castrofilippo e G. Turini).